domenica 27 gennaio 2008

_forse c'è stata un'inversione di rotta sin dall'inizio_

La vita dovrebbe essere vissuta al contrario.

Tanto per cominciare si dovrebbe iniziare morendo, e cosi tricchete tracchete il trauma e' bello che superato.

Quindi ti svegli in un letto di ospedale e apprezzi il fatto che vai migliorando giorno dopo giorno. Poi Ti dimettono perche' stai bene e la prima cosa che fai e' andare in posta a ritirare la pensione e te la godi al meglio.

Col passare del tempo le tue forze aumentano, il tuo fisico migliora, le rughe scompaiono.

Poi inizi a lavorare e il primo giorno ti regalano un orologio d'oro.

Lavori quarant'anni finche' non sei cosi' giovane da sfruttare adeguatamente il ritiro dalla vita. Quindi vai di festino in festino, bevi, giochi, fai sesso e ti prepari per iniziare a studiare.

Poi inizi la scuola, giochi con gli amici, senza alcun tipo di obblighi e responsabilita', finche' non sei bebe'.

Quando sei sufficientemente piccolo, ti infili in un posto che ormai dovresti conoscere molto bene.

Gli ultimi nove mesi te li passi flottando tranquillo e sereno, in un posto riscaldato con room service e tanto affetto, senza che nessuno ti rompa i coglioni.

E alla fine abbandoni questo mondo in un orgasmo.


Woody Allen

giovedì 24 gennaio 2008

sconvolgimenti urbani

...sto preparando la mia tesi....mi dispiace non ho tempo di scrivere cose più interessanti di queste....

“Le città sono fonte di innovazione e di produttività. Industrie e servizi si sviluppano in città perché imprenditori e piccole imprese possono condividere mercati, infrastrutture, lavoro e informazioni. […] Le città promuovono la trasformazione della conoscenza, delle istituzioni e delle attività economiche. […] Per mantenere la promessa di migliori condizioni di vita, le città hanno bisogno di istituzioni più forti in grado di rendere più accessibili le risorse e di assicurare una più equilibrata distribuzione dei beni pubblici tra i diversi interessi”. (World Bank, 2002).

Questo importante potenziale economico che i grandi centri urbani rappresentano descritto in modo particolare dalla Banca Mondiale, rappresentano la città quindi sempre più come un oggetto di consumo, un qualcosa da vendere; la globalizzazione implica una competizione che attrae investitori e utilizzatori esterni, che nei paesi in via di sviluppo sono soprattutto esteri.
E quindi la città, le logiche urbane e urbanistiche vengono pensate sempre più per rendere il territorio più appetibile soprattutto dal punto di vista del consumo.
Il recupero e la riqualificazione dei centri storici in America Latina è un esempio emblematico di ciò che si sta dicendo; la salvaguardia di questi spazi è sempre più spesso affidata a privati, i governi locali infatti optano sempre di più questa scelta che portano ad una riqualificazione delle aree degradate e ad una crescita delle entrate che possa incrementare il bilancio.
Questi concetti riportati nel saggio “La città inclusiva di Marcello Balbo” rappresentano un aspetto fondamentale per lo studio degli spazi e dei luoghi all’interno di un contesto urbano. In molti casi, questi processi hanno portato alla trasformazione e al modo di vivere di molte zone della città; sconvolgendo spesso quelle che erano state fino a quel momento identità forti e centralità importanti della città stessa per molti dei suoi abitanti.
Città del Messico da questo punto di vista rappresenta un esempio emblematico nelle opere di riqualificazione dello Zocalo, (centro storico della città) da parte di Carlos Slim (il proprietario delle maggiori reti di telecomunicazioni dell’America Latina non che uno degli uomini più ricchi del mondo).
Questi interventi però spesso diventano mezzi per altri obiettivi che non sono proprio il recupero di un patrimonio che appartiene alla storia del luogo, alla sua cultura della città e di chi vi vive bensì quelli della competizione economica e dello spettacolo.
Quello che prima era quindi uno spazio che aveva radici ben più profonde, che possedeva una identità che rispecchiava in maniera molto più fedele le tradizioni del posto, rischia di diventare nient’altro che un defilé di vetrine di negozi, ristoranti e caffè distribuiti negli edifici e nelle corti delle strade della città.
Tutto ciò non riguarda solamente singoli interventi o singole aree delle città ma, nei paesi in via di sviluppo, il marketing urbano, è ormai divenuto obbligatorio, soprattutto nelle grandi città; un elemento forzato se nonsi vuole rimanere esclusi dai flussi finanziari e di investimento internazionale.
La città di Cancun nella regione del Quintana Roo, nella riviera caraibica del Golfo Messico per esempio, è nata negli anni 70, prima non era nientaltro che una isola di cui poche persone ne conoscevano l’esistenza. Cancun, nata come progetto urbanistico interamente pianificato è diventata oggi una vera e propria città quasi esclusivamente turistica, paragonabile più ad una Las Vegas che alle vicine città della regione.
Questo e molti altri esempi ci dimostrano come i processi di globalizzazione modificano il terriorio e rappresentano un fattore significativo sul cambiamento non solo dell’estetica e dei fatti urbani della città, ma vanno a modificare e ad avere forti ripercussioni in tutte quelle che sono le relazioni sociali di un contesto urbano.

mercoledì 9 gennaio 2008

forse

A volte mi fermo a pensare.
A volte.
Forse sono troppe, forse sono poche.
Forse non sono mai troppe, o forse non sono mai poche.
Forse non è mai troppo presto, ma forse non è neppure mai troppo tardi.
Per fare che? Per essere chi? Per andare dove?
Forse il freddo che fa fuori non è cosi’ freddo in realtà.
O forse fa cosi’ freddo perché nessuno riscalda i cuori.
O forse poi non è poi così freddo, in fondo, magari, siamo noi quelli freddi.
Siamo noi a non sentire.
Siamo noi gli intolleranti, insofferenti. O forse no.
Penso che forse ci siamo dentro tutti. Dentro che cosa???
Dentro le cose, dentro gli affari, dentro il sistema, dentro le nostre casette, dentro il mondo che gira, dentro i progetti, dentro un futuro dove saremo super fighi e plurimilionari.
O forse no. Forse ci sembra di starne cosi’ dentro, di essere entrati fin dentro l’atomo, ma in realtà, c’è solo il vuoto…un vuoto fatto ti tante cose..forse non ce ne rendiamo conto..forse non ce ne rendiamo conto.
Forse.
Cos’è che conta veramente? Siamo alla ricerca di che cosa?... della felicità? Forse.
Ma forse non la si troverà mai. Forse è la pace che serve.
Forse è una persona vicino che basta.
forse Dio. quale dio?

Forse la ragione.
Forse un ideale.
Forse ci lamentiamo troppo… ci lamentiamo così spesso, che è più il tempo che ci lamentiamo che quello che ci fermiamo a guardare il mondo.
Forse sono ansioso, o forse troppo curioso di sapere cosa saro’, dove andro’, cosa saremo.
A che scopo poi?
Forse mi faccio troppe domande.
Forse.
A volte vorrei piangere. Ma se penso al perchè delle mie lacrime… mi viene da ridere.
Forse ne abbiamo bisogno.
Forse mi manchi.
Anzi sicuro.

martedì 1 gennaio 2008

Nairobi | 30 dicembre 2007

...mentre nel primo mondo si festeggia felici e contenti...

che dire..siamo venuti al mondo con la cicogna non sfigata, siamo arrivati con l cicogna con i vestiti firmati....

buon 2008!



Kenya, in ritardo i risultati delle elezioni e scoppiano le violenze. 9 i morti

fonte web: rai news24



Una vera e propria battaglia e' esplosa nella notte a Korogocho, uno dei piu' grandi e spaventosi slum di Nairobi. Nove i morti morti, tra cui duebambini e una donna, secondo l'ultimo bilancio fornito dalla polizia. Inoltre, due persone sono state sequestrate e molte altre ferite.
Lo scontro di inaudita violenza, durato dalle otto di sera (le 18 in Italia) alle quattro di stamane, e' stato raccontato da Padre Daniele Moscheti, missionario comboniano che opera a Korogocho e nelle poverissime aree limitrofe da sette anni. Padre Moscheti e' responsabile della locale diocesi di San Giorgio.
"La battaglia e' esplosa tra appartenenti alle etnie Luo e Kikuyo, la maggioranza delle vittime e' Luo. La polizia e' arrivata alle tre e mezzo del mattino e il loro responsabile mi ha spiegato che il ritardo era dovuto al fatto che in molte zone della capitale c'erano situazioni analoghe. Un assurdo dovuto alla lentezza calcolata dello spoglio: e' da ieri che siattendono i risultati, qualcosa non va. Temo possa essere decretato il coprifuoco".
Intanto, sta riprendendo lo spoglio dei voti: i candidati alla presidenza sono testa a testa, il che stupisce molti osservatori visto che in Parlamento l'opposizione sembra andare verso una vittoria ampia.